Arte

La Kreatività di Bepi Granzo
Mostra antologica in Villa Orsini a Scorzè con il patrocinio del Comune, Assessorato alla Cultura
Opere dal 1973 al 2011

"Autoritratto"

            Kreatività punto fondamentale del percorso artistico di Giuseppe Granzo, dal 1973 ad oggi ha realizzato, attraverso tappe significative, un’evoluzione della sua personalità, mantenendo dei riferimenti costanti che hanno segnato la sua storia, ma anche le caratteristiche del suo lavoro. Partendo da una relazione figurativa ha seguito l’evoluzione sociale, la lettura di passioni, di sentimenti, dando sfogo alla sua istintività e alla razionalità, che lo hanno convinto nelle scelte: la prima è stata fondamentale nel spingerlo ad una conquista della natura primaria,delle forme, del colore e segno nella sintesi pittorica. La razionalità lo ha guidato nel calibrare le esperienze, le tecniche e soprattutto la costante ricerca del nuovo, dell’attuale, di una risposta di cambiamento  alle esigenze del momento. Ha seguito il suo istinto nelle opere pittoriche e nelle serigrafie,in quelle in digitale ha fatto collimare l’essenza personale con l’abilità di proporre, in una rivisitazione, aspetti essenziali delle proprie opere, utilizzando tecniche di fondo e la precisione dell’informatica che gli ha permesso di elaborare importanti momenti artistici nell’originalità unica dei soggetti riproposti.
La bioenergia delle opere è un elemento naturale che nasce dalle sensazioni, dal piacere, dall’amore, dagli intoppi e dalle difficoltà in un amplesso fisicamente vissuto, nella realtà che viene plasmata, creata ed alimentata di vitalità.
Fino agli anni 80 troviamo come riferimento principale la natura, a cominciare dai filari degli alberi, alle scene del molo, ai colori delle stagioni, il passaggio del tempo ed anche l’impegno sociale.


"Voglia di verde"

Fondamentale è il contrasto dei colori, il bianco ed il rosso, il giallo e il nero, il verde e il nero, colori chiari e colori scuri, in una contrapposizione tra il bene e il male, la lotta, le rivendicazioni, i sogni, le visioni … Poi i cambiamenti si fanno più evidenti, dai quadri figurativi, o quelli eseguiti con tecnica a collage, alle opere che richiamano elementi del cubismo, di sintesi figurativa, “interno con tavola imbandita” (1980), “voglia di verde” (1980), è sempre più chiaro come vi sia un passaggio di proiezione interiore, mentale e sentimentale decantata, in una pura scrittura di genesi e di forma.


"Controluce"
Segue a metà degli anni 90 un periodo vuoto, dal quale nasce il percorso della “Stella” e dei sentimenti che lo guidano verso forme legate alla realtà quotidiana, alla natura, alla passione per il mare ( le vele ).


"Stella d'oro"



"Insieme"
L’intreccio delle linee conferma un richiamo costante con la forma della stella, ma racchiude momenti diversi e quelle punte diventano sintesi di una direzione, di una spinta per interpretare particolari attimi, stati d’animo, come in “Insieme” del 2007, dove i colori, bianco e verde sono il compendio di unione e di confronto fra i soggetti, o nel quadro “Due anime” 2010, il bianco nel contrasto con il blu e il nero esprime ancora una volta il rapporto tra l’elemento positivo e quello negativo.


"Due anime"
Attraverso l’elaborazione dei fondi emergono i grafiti e quella voglia di comunicare evidenziata dalla scrittura: “Cosa sighito”, “Vieni qui”, “Vortice”, sono fra i più evidenti risultati di una realtà oggettiva, ma il richiamo simbolico è spesso inserito tra le forme cromatiche e le linee dei diversi soggetti.
Anche l’equilibrio dei colori e l’armonia che li accompagna sono frutto di quella Kreatività che, come dice Granzo, rispondono ad una esigenza fisiologica che nasce dalla voglia di impastare i fondi, stendere i colori, raschiarli per amalgamare altre tonalità, fino ad ottenere quell’equilibrio di accordi che danno soddisfazione e sono il prodotto di una forza interiore. Confrontando alcune opere come “Serata calda” dell’82 e “Estate” del 2011 si rileva quanto nella prima i colori siano frutto di una forza istintiva in cui il rosso-arancione, interrotto da linee scure e dalla luce del cielo, esprimano la tensione del momento.


"Armonia d'estate"
Mentre nell’opera più recente, le tinte tenui tagliate dalle linee create dalla sovrapposizione dei colori, raschiati e incisi dalla spatola, lasciano trasparire un equilibrio di dolcezza e di estasi trasognata.
Ogni quadro di Giuseppe racconta una storia perché non nasce dalla casualità ma da un messaggio che l’artista porta con sé e che condivide nel momento in cui  lo realizza. Le diverse tecniche sono frutto di ricerca e di inventiva che costruisce attraverso l’esperienza del suo lavoro e la conoscenza dei materiali, consapevole che l’effetto materico incide nella prospettiva e nella tridimensionalità, creando effetti di movimento e particolari soluzioni che toccano l’animo. Anche nelle opere eseguite a marmorino, realizza un impasto di forte vivacità, utilizza alcuni punti di rosso, arancio, giallo,azzurro, li taglia con linee e simboli che imprimono un significato visivo come momento trainante ideale.
Nella scultura impiega tecniche diverse, dalla fusione del bronzo, all’alluminio, alla ceramica raku, all’uso della creta, ma in tutte è evidente la forza delle mani, quelle stesse che lui utilizza per dare forma, per sottolineare il rapporto con il corpo, dare sfogo al suo impulso possessivo. In una conquista di essere sé stesso, nella libertà e nella grazia che è espressione del movimento, nella manipolazione dell’armonia interiore, generata dal flusso di sensazioni attraverso le quali non solo crea le sue opere, ma dà loro vita e respiro. Le forme affusolate, o i particolari di un busto a  dimensione quasi reale, la grande mano che si posa su una parte dettagliata, hanno un chiaro riferimento con la materia che viene lavorata come soddisfazione personale, anche se non mancano relazioni artistiche ben designate.
La mostra si conclude con l’esposizione di alcune serigrafie e di opere eseguite con il digitale, realizzate grazie ad una inventiva e alla consapevolezza  che la tecnologia poteva permettergli di riproporre in copia unica l’elaborazione di un quadro, mantenendo le caratteristiche dell’autore che con i propri ritocchi la rende singolare.

Lidia Mazzetto